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Consiglio federale: “Si lavori di più per la riforma dell’AVS”

LA consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider.
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. Keystone-SDA

No a un aumento dell'età pensionabile, ma incentivi a lavorare di più. Sono solo alcuni aspetti della revisione dell'AVS (AVS2030) presentati giovedì dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. L'obiettivo? Stabilizzare il primo pilastro dopo il 2030.

Stando alla ministra della socialità, l’AVS (il primo pilastro del sistema pensionistico svizzero) è confrontata a una grande sfida, ossia garantire lo stesso livello di rendite nel prossimo futuro a causa della forte pressione esercitata sul primo pilastro dalla generazione dei Baby Boomers (persone nate fra il 1946 e la metà degli anni ’60).

Baby Boomers

Se questa generazione ha garantito col proprio lavoro il finanziamento delle rendite per decenni subito dopo la seconda guerra mondiale, ha spiegato, a causa del suo peso demografico essa rappresenta adesso una sfida non da poco per l’AVS.

Se, attualmente, il primo pilastro versa pensioni a circa 2,5 milioni di persone, nel 2030 saranno 2,8 milioni fino a toccare i 3 milioni nel 2035, per poi decrescere. Contemporaneamente, gli attivi aumenteranno solo leggermente, ciò che non basterà per stabilizzare l’AVS che rischia così di andare in perdita, ha spiegato Baume-Schneider.

Nessuna nuova tassa

Allo scopo di assorbire questa fase critica attesa per metà 2030, per il governo è quindi prioritario, ha sottolineato la consigliera federale giurassiana, riuscire a cavalcare questa “ondata”, tenendo conto parallelamente anche dell’evoluzione economica e sociale del Paese.

Dobbiamo insomma assicurare il livello attuale delle rendite, facendo in modo che il peso demografico sia equamente distribuito (“solidarietà”) e che le persone siano incoraggiate a lavorare oltre l’età di pensionamento, ha detto.

IVA e contributi salariali

Per riuscirci, ha proseguito la “ministra” socialista, abbiamo bisogno di più mezzi, lavorando sugli strumenti attuali ben rodati come l’IVA e i contributi salariali. No invece, ha indicato Baume-Schneider, a una tassa sulle transazioni finanziarie, a un’imposta sulle successioni o sugli utili da sostanza immobiliare, come proposto dal gruppo di esperti guidato da Serge Gaillard.

L’età pensionabile non si tocca

Il Consiglio federale, ha puntualizzato, ha poi scartato l’ipotesi di un aumento dell’età pensionabile di riferimento. I motivi? L’entrata in vigore da poco del limite di 65 anni – da 64 anni – per le donne e il “no” popolare del 2024 a un provvedimento simile per tutti.

Tenuto conto di ciò, un aumento dell’età pensionabile senza compensazioni è sembrato all’esecutivo una proposta “temeraria”, ha affermato la Baume-Schneider. Inoltre, una simile misura richiederebbe un lungo periodo di transizione e misure compensative, cosicché non inciderebbe sulle finanze dell’AVS in tempi sufficientemente rapidi.

Posporre il pensionamento

Oltre quindi ad agire sull’IVA e i contributi salariali, il Consiglio federale vorrebbe incitare i lavoratori a rimanere attivi più a lungo, oltre insomma i canonici 65 anni. Per raggiungere un simile obiettivo, ha spiegato Baume-Schneider, stiamo considerando di abolire l’età massima AVS di 70 anni, aumentare la franchigia applicata al reddito soggetto a contribuzione e rendere meno attraente il pensionamento anticipato. Queste misure, secondo la responsabile del Dipartimento federale dell’interno (DFI), permetterebbero di soddisfare il fabbisogno di manodopera dell’economia e di favorire l’occupazione.

Il Consiglio federale ha anche incaricato il DFI, ha aggiunto Baume-Schneider, di esaminare come promuovere la digitalizzazione e migliorare la base di dati per le future riforme, tra cui figura anche l’innalzamento dell’età pensionabile. Quanto a AVS 2030, ha aggiunto, le linee direttrici della riforma saranno presentate nell’autunno del 2025 e poste in consultazione fino all’inizio del 2026. L’obiettivo è un’entrata in vigore nel 2031, ha specificato.

Il servizio del TG 20.00 della RSI del 15 maggio 2025:

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La riforma non piace né alla destra né alla sinistra

PS e Verdi si rammaricano che non vengano presi in considerazione modelli di finanziamento “alternativi e più solidali”, come una tassa sulle transazioni finanziarie o una sulle successioni. Per il PLR, è stata invece scelta la “strada più semplice e allo stesso tempo più dannosa” e a pagarne lo scotto sarà la classe media.

Secondo il Partito socialista, il finanziamento avviene esclusivamente attraverso strumenti esistenti, come l’Imposta sul valore aggiunto (IVA) o i contributi salariali. Tuttavia, un anno fa, la popolazione ha votato chiaramente a favore di un’AVS forte e solidale, ha indicato in una nota odierna il PS. Dal canto loro, gli ecologisti sono più aperti a un aumento delle detrazioni salariali per i dipendenti.

Per Verdi e socialisti, la decisione del Consiglio federale di non innalzare l’età pensionabile è giusta. Tuttavia, il finanziamento dell’AVS deve ora essere garantito “in modo socialmente equo”. Per il PS, inoltre, il progetto presentato dal Consiglio federale non contiene alcun miglioramento delle rendite per chi ha un basso reddito.

Il Consiglio federale, a detta dei socialisti, dovrà presentare un “progetto di finanziamento socialmente equo e una riforma che rafforzi la più importante opera sociale della Svizzera, per compensare la perdita di potere d’acquisto di chi ne ha particolarmente bisogno”.

Per il PLR vengono indeboliti i salari della classe media

Per il Partito liberale radicale, con l’aumento dei contributi salariali e l’incremento dell’IVA, Baume-Schneider sta indebolendo i salari della classe media e rendendo più costosi gli acquisti di tutti i giorni. La prevista combinazione di stipendi più bassi e prezzi d’acquisto più alti colpirebbe in modo particolare le famiglie, si legge in un comunicato del PLR.

Mancano riforme reali e risposte corrette alle sfide demografiche. Al contrario, la consigliera federale del PS “sta mettendo le mani nelle tasche del ceto medio”. “A causa delle promesse pensionistiche fatte senza garantirne il finanziamento, il ‘centro-sinistra’ dovrà trovare il modo di raccogliere oltre 11 miliardi di franchi all’anno con questa riforma”, viene sottolineato.

Per il PLR, il fatto che una riforma così unilaterale, completamente rivolta contro la classe media, provenga da un dipartimento guidato dal PS “è più che sorprendente”. Il liberali-radicali “sono pertanto contrari a questa riforma”. Il Parlamento deve urgentemente apportare dei miglioramenti.

Il Centro accoglie con favore i progressi di AVS2030

Dal canto suo, il Centro – in un messaggio postato su X – accoglie con favore i progressi compiuti nella riforma volta a stabilizzare e modernizzare l’AVS. “La stabilizzazione dell’AVS richiede una soluzione equilibrata che protegga il potere d’acquisto della classe media”, secondo i centristi, per i quali “un’AVS sicura, basata su una solida base finanziaria, è essenziale per garantire le pensioni alle generazioni future”.

Per il Centro, dovrebbero tuttavia essere esaminate anche ulteriori fonti di finanziamento, come una tassa sulle transazioni finanziarie. Anche le discriminazioni esistenti all’interno dell’AVS devono essere eliminate. “Grazie alla nostra iniziativa, finalmente ci saranno pensioni eque per tutte le coppie, indipendentemente dal loro stile di vita”, conclude il messaggio.

Infine, interrogata dall’agenzia Keystone-ATS, l’Unione democratica di centro non commenta la proposta di riforma presentata oggi da Baume-Schneider: “L’UDC analizza le proposte e le discute dapprima all’interno del gruppo parlamentare. Per questo motivo rinuncia a una presa di posizione”.

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